Papa Francesco alla CISL: “Le pensioni d’oro sono un’offesa al lavoro”
Papa Francesco istituisce la I Giornata mondiale dei poveri
Il messaggio di Papa Francesco per illustrare la prima giornata mondiale dedicata alle persone più povere
Papa Francesco ha ricevuto oggi in udienza nell’Aula Paolo IV in Vaticano i delegati della CISL, la Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori, in occasione del XVIII Congresso Nazionale e, approfittando di questa occasione, ha speso qualche parola sulle pensioni d’oro e su come creino troppe disuguaglianze e rappresentino una vera e propria offesa al lavoro.
In presenza della Segretaria Generale Annamaria Furlan, Papa Francesco ha ricordato che le persone non sono soltanto lavoro:
Dobbiamo pensare anche alla sana cultura dell’ozio, di saper riposare. Questo non è pigrizia, è un bisogno umano. Quando domando a un uomo, a una donna che ha due, tre bambini: “Ma, mi dica, lei gioca con i suoi figli? Ha questo ‘ozio’?” – “Eh, sa, quando io vado al lavoro, loro ancora dormono, e quando torno, sono già a letto”. Questo è disumano. Per questo, insieme con il lavoro deve andare anche l’altra cultura. Perché la persona non è solo lavoro, perché non sempre lavoriamo, e non sempre dobbiamo lavorare. Da bambini non si lavora, e non si deve lavorare. Non lavoriamo quando siamo malati, non lavoriamo da vecchi. Ci sono molte persone che ancora non lavorano, o che non lavorano più.
E, virando sulla delicata questione delle pensioni:
E quando non sempre e non a tutti è riconosciuto il diritto a una giusta pensione – giusta perché né troppo povera né troppo ricca: le “pensioni d’oro” sono un’offesa al lavoro non meno grave delle pensioni troppo povere, perché fanno sì che le diseguaglianze del tempo del lavoro diventino perenni. O quando un lavoratore si ammala e viene scartato anche dal mondo del lavoro in nome dell’efficienza – e invece se una persona malata riesce, nei suoi limiti, ancora a lavorare, il lavoro svolge anche una funzione terapeutica: a volte si guarisce lavorando con gli altri, insieme agli altri, per gli altri.
Non solo pensioni d’oro. Il Santo Padre ha voluto sottolineare come gli anziani siano costretti a lavorare sempre più a lungo, mentre migliaia di giovani sono ancora alla ricerca di un impiego:
E’ una società stolta e miope quella che costringe gli anziani a lavorare troppo a lungo e obbliga una intera generazione di giovani a non lavorare quando dovrebbero farlo per loro e per tutti. Quando i giovani sono fuori dal mondo del lavoro, alle imprese mancano energia, entusiasmo, innovazione, gioia di vivere, che sono preziosi beni comuni che rendono migliore la vita economica e la pubblica felicità. È allora urgente un nuovo patto sociale umano, un nuovo patto sociale per il lavoro, che riduca le ore di lavoro di chi è nell’ultima stagione lavorativa, per creare lavoro per i giovani che hanno il diritto-dovere di lavorare. Il dono del lavoro è il primo dono dei padri e delle madri ai figli e alle figlie, è il primo patrimonio di una società. È la prima dote con cui li aiutiamo a spiccare il loro volo libero della vita adulta.